ll DuoKeira in questo suo disco cosi originale nella scelta e nell’accostamento dei brani, sceglie la strada maestra del gioco, della sorpresa, dello scarto inventivo. Ci propone una dimensione cameristica del fare e dell’ascoltare: senza interprete non c’è musica, ma nemmeno senza pubblico, senza fruitore. La relazione testo-mani-suono-orecchio si esprime in un contatto a tu per tu, in cui la presenza fisica, il corpo, le persone, il respiro dell’interprete e di chi lo osserva è essenziale alla riuscita. Prevale, come deve, il piacere dell’invenzione, del farsi della musica qui, adesso. Insieme, con una complicità diventata ormai scontata e si capisce bene, raggiunta con tenacia e passione. L’interpretazione respira con il passo della musica: le pause, i silenzi sono essi stessi musica, sua memoria, sua attesa e desiderio. Anche qui: essenziale è l’ascolto reciproco, l’abbandono alla fiducia dell’altro interprete, che è la metà di te stesso. Sapere che l’altro c’è, come tu per lui. Musica che è danza, mani che chiedono al corpo di vivere, esprimersi, muoversi. Mani che non sbagliano: com’è felicemente serio, vitale, il gioco del DuoKeira. SANDRO CAPPELLETTO (dal libretto del cd Giochi di piano a quattro mani), musicologo
Michela Chiara Borghese e Sabrina De Carlo, in arte DuoKeira, offrono agli appassionati di classica un’autentica rarità. Se infatti il Sogno è conosciuto nella versione orchestrale, assai meno lo è quella per pianoforte a quattro mani. Il DuoKeira ne è interprete perfetto, cogliendone magia, freschezza, e il sorriso della piéce teatrale cui fa da colonna sonora. LUCIANO DEL SETTE
Una fiaba soprannaturale a quattro mani. Il DuoKeira ne dà una reinvenzione dal fascino raro, diremmo “dimenticato”. Le due pianiste si sono proposte una sfida: creare un timbro luminoso, ma profondo, che accenda la visione, i moti corporei, il gioco, la teatralità. Consigliamo il loro CD e saremmo curiosi circa gli effetti. Nel frattempo, parteggiamo sfrenatamente per le due sfidanti. QUIRINO PRINCIPE