Storie di uova e farina

> Monologo teatrale di e con Gaia Mencagli

“Storie di uova e farina” ritirare la vita di Rosa Falleri Mencagli. Rosa era mia nonna, la mamma di mio padre, la moglie di Gino. Era una donna italiana vissuta nel ventesimo secolo in centro Italia. Quando la incontrai negli ultimi anni della sua vita, aveva molte storie da raccontare.

Le storie che narro in “Storie di uova e farina” sono solo alcune tra le tante. Le ho scelte perché volevo provare a immaginare come fosse stato per la giovane Rosa crescere negli anni venti in Italia. Rosa era un’ottima cuoca, e così ho voluto interpretarla facendo io stessa la pasta all’uovo in scena. Seguo la sua ricetta dall’inizio alla fine, mentre le storie che racconto non seguono una struttura cronologica. Per questo, ho creato una colonna sonora con dei frammenti della radio e della TV Italiana, affinché il  pubblico possa navigare tra i molteplici salti nel tempo e nello spazio.

Tra una manciata di farina e l’altra, Rosa attraversa le memorie della Seconda Guerra Mondiale e quelle di essere bambina orfana in casa di ricchi signori, con due sorelle minori da accudire. Un momento dopo è una donna matura nella sua campagna, poi una giovane innamorata, ed è infine nonna, Nonna Rosa. Tutto questo mentre fa le fettuccine. Poi il telefono squilla, e arriva l’ora di andare.

Il seme per Storie di Uova e Farina fu piantato nel 2018 in California. Allora il progetto si chiamava Nonna Rosa. Poi nel 2020, quando il mondo si chiuse in se stesso e fummo costretti all’isolamento, Rosa iniziò a fare la pasta ancora, ancora, e ancora, fino ad incontrare il pubblico.